La ricerca di ‘straordinaria normalità’ di chi vorrebbe vivere nelle Valli

Ragazzi in cerca di un primo impiego, pensionati, professionisti, single e famiglie. Ad accomunarli il desiderio di vivere in un paesaggio naturale e in una comunità solidale. In 85 hanno mostrato interesse a venire a vivere e a lavorare nelle montagne delle Valli del Natisone. Il primo gruppo, di dieci persone, ha già avuto modo di visitare, nel fine settimana del 9 e 10 settembre, le case messe a disposizione, in vendita o in affitto, a Stregna e Savogna. Non solo: il progetto di Cramars (‘Vieni a vivere e a lavorare in montagna’, appunto) prevede anche che i nuovi potenziali residenti incontrino anche le comunità locali. Ad accoglierli, la mattina del 9 nel municipio di Savogna, c’erano i sindaci dei due comuni, Tatiana Bragalini di Savogna e Luca Postregna di Stregna, Stefania Marcocci, presidente della cooperativa Cramars, Anna D’Angelo e Gianni Fratte rispettivamente dirigente e p.o. del Servizio imprese (Direzione lavoro) della Regione.
Ma anche un nutrito gruppo di ‘ciceroni’, cittadini dei due comuni, che si sono messi a disposizione per guidare i potenziali nuovi compaesani nella conoscenza di luoghi e persone. Dei servizi, delle opportunità, ma anche dei punti deboli. Bragalini, presentando la comunità, ha parlato del drastico calo demografico dal secondo dopoguerra, delle tante case in stato di abbandono che caratterizzano le frazioni, dell’avanzata del bosco che ha progressivamente preso il posto dei pascoli. Ma anche delle opportunità legate al settore turistico, dei servizi, del telelavoro grazie alla recente implementazione della rete internet (sul 60 per cento del territorio con fibra ultraveloce). E, fra i valori, anche una certa vitalità sociale, con tante associazioni che hanno aderito al progetto, culturali, di promozione del territorio, sportive. Alcune delle quali – a riguardo è intervenuta Luisa Battistig presidente della Planinska družina Benečije – si adoperano per la tutela e la valorizzazione del dialetto sloveno.
Un tratto, quello di una ritrovata vitalità, che riguarda anche il comune di Stregna. Qui – ha aggiunto Postregna – grazie alle attività dell’associazione fondiaria valle dell’Erbezzo, di concerto con l’amministrazione comunale, negli ultimi anni è stato recuperato, in parte, il paesaggio, si sono create nuove opportunità di lavoro nel settore primario e – con la partecipazione diretta dei cittadini – sono già stati pianificati ulteriori progetti di sviluppo. Che, ha sottolineato il sindaco, arriveranno anche con la Strategia per l’area interna che, con capofila proprio il Comune di Stregna, si sta realizzando in questi mesi per le Valli del Natisone e del Torre.
Anche la Regione ha mostrato la disponibilità dei propri uffici – e in particolare del Lavoro – per quanti scelgano questi territori montani come residenza. Visto che, hanno spiegato D’Angelo e Fratte, ci sono progetti di sostegno per le nuove imprese e diverse offerte di lavoro già disponibili in questo momento.
Opportunità di lavoro che riguardano i settori più disparati. E che – ad una prima scorsa – si adattano alle motivazioni scritte inviate dai possibili nuovi residenti. In cui il lavoro, certo una necessità per la maggior parte di coloro che si sono mostrati interessati al progetto, diventa uno degli elementi per un ritmo di vita più a ‘misura d’uomo’. In un paesaggio naturale da rispettare. In una comunità solidale in cui integrarsi. E in un luogo ‘dove i bambini (i pochi che ci sono) possono ancora giocare liberamente per strada’. Una realtà – con le parole di Marcucci – che non è quella idilliaca e stereotipata “di Heidi”. Ma che è “di straordinaria normalità”.

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