Il successo della manutenzione sui pascoli ripristinati su tutto il territorio del Comune di Stregna, il necessario aggiornamento della Pianificazione 2021 – 2026, alla luce delle iniziative che sono state intraprese. E un nuovo progetto dell’Università di Udine che, evidentemente, guarda all’Associazione fondiaria Valle dell’Erbezzo con particolare e costante interesse.
L’annuale assemblea dei soci – lo scorso 26 giugno al circolo Barluza di Oblizza (Stregna) – è stata l’occasione per fare il punto sullo stato di salute dell’Asfo Erbezzo e sulle prospettive per il 2024.
Anche su una spiacevole situazione che ha riguardato una parte dell’intervento di recupero a Tribil Superiore. Secondo quanto affermato ad Oblizza dal presidente Michele Qualizza, infatti, l’operatore incaricato a svolgere il lavoro di recupero ha abbattuto alcuni alberi (fra cui alcuni castagni storici) che per contratto avrebbe invece dovuto mantenere. Si è reso necessario, pertanto, procedere con un’azione legale. Il mancato accordo fra le parti – ha quindi precisato il segretario (e sindaco di Stregna) Luca Postregna – ha costretto il direttivo a proseguire la controversia: in una prossima udienza, prevista per metà settembre, il giudice stabilirà di procedere con una stima del danno (eventualmente) causato all’associazione fondiaria e quindi con il possibile risarcimento.
La circostanza, unita ai dubbi di altri soci circa il taglio delle piante da fusto sui terreni da recuperare, ha suggerito una serie di modifiche al regolamento che, dopo l’approvazione in assemblea, consente ora ai proprietari delle particelle di prelevare – eventualmente – la legna dai propri fondi dati in gestione all’Asfo fino a 30 giorni prima dell’inizio dell’intervento di recupero del pascolo.
Certamente più positiva la constatazione che all’associazione hanno aderito quattro nuovi soci. Che hanno portato in dote all’Asfo diversi terreni situati anche a Tribil Inferiore. Portando così il totale a 79 soci per 426 particelle e un totale di quasi 72 ettari. La prospettiva è quella di aumentare ancora le adesioni, concentrando però gli interventi di ripristino dei pascoli in quei territori che già oggi – per estensione e scarsa pendenza – sono più attrattivi per gli investimenti. Ad oggi, l’Asfo Erbezzo ha infatti stipulato cinque contratti, l’obiettivo è di aumentarne il numero sostenendo anche la realizzazione di prodotti. Inoltre – ha affermato Postregna – c’è l’intenzione di lavorare ulteriormente su promozione e divulgazione, sulla scia di quanto fatto con il festival Ikarus e con la collaborazione con le scuole.
In questo contesto si inserisce il progetto dell’Università di Udine, illustrato a Oblizza dalle dottoresse Ivana Bassi e Lucia Montefiore. Farà parte di uno studio più ampio che coinvolge anche la Sapienza di Roma, la IULM di Milano e la Ca’ Foscari di Venezia, e che è incentrato sulla montagna, sull’evoluzione del suo paesaggio e sui trend in atto nel settore primario. Montefiore quindi verificherà ‘sul campo’ la percezione di soci dell’Asfo e dei cittadini, misurando quindi punti di forza e debolezza su quanto è stato realizzato e le aspettative per il futuro. La situazione di Stregna verrà pertanto raffrontata con quanto avviene nelle Valli del But dove, dal 2020 e prendendo spunto dall’iniziativa nata a Stregna, opera l’associazione fondiaria Valli del But e Incarojo.