Quindici posti di lavoro, per donne, in un comune come Resia non sono affatto pochi. La notizia diventa ancora più vistosa se si considera che saranno a disposizione nel settore manifatturiero. Sembrava impensabile, ma in realtà è la dimostrazione che fare impresa, anche metalmeccanica, in montagna è ancora possibile. Anche in quella meno conosciuta, meno collegata con i centri della pianura e che da decenni soffre gli effetti di un costante calo demografico.
Ce lo assicura Renato Railz che guida la Eurolls Spa. L’azienda ha già avviato i colloqui per la selezione del personale da impiegare nel capannone messo a disposizione dall’amministrazione comunale – dopo l’aggiudicazione del bando – in località Poje, a San Giorgio.
“L’idea – ci dice Railz – è nata quasi per caso durante un colloquio con la sindaca di Resia, Anna Micelli. Noi siamo alla ricerca di manodopera che oggi è difficile da trovare. La sindaca ci ha detto che a Resia c’era la necessità di portare posti di lavoro e così abbiamo deciso di partire: nel giro di qualche mese contiamo di aprire lo stabilimento. Le candidature per i posti di lavoro che offriamo a Resia sono state tantissime.”
La Eurolls Spa è attiva da 35 anni ed è ormai leader mondiale nella produzione di rulli in acciaio. In questo momento, assicura Railz, l’azienda è in piena espansione: “Abbiamo una linea di prodotti nuovi, per cui stimiamo ci sia domanda e in cui possiamo conquistare il mercato. Nel processo di produzione abbiamo previsto di introdurre personale femminile ed è quello che inizieremo a fare a Resia”.
Eurolls ha sede ad Attimis ed ha due stabilimenti a Villa Santina (ma anche a Milano, in Messico, in Brasile ed in Cina). “Siamo abituati a lavorare in montagna. Certo, avere stabilimenti dislocati sul territorio comporta anche alcuni sacrifici. Ma oggi il problema principale è trovare la manodopera. Dove ce n’è di disponibile, noi siamo disponibili ad investire.”
A domanda precisa, quindi, Railz non esclude di poter avviare altri centri di produzione anche nelle altre zone montane della fascia confinaria, Valli del Natisone e del Torre comprese: “Perché no? Se ci fosse la possibilità certamente valuteremo l’opzione, ci stiamo espandendo e siamo disponibili ad andare dove abbiamo la possibilità di trovare manodopera”.