La ricerca condotta dall’Ersa regionale, in collaborazione con il dipartimento DISAFA dell’Università di Torino, ha già prodotto risultati importanti: nelle valli del Natisone (in particolare) e nell’alta val Torre sono stati individuati sei genotipi di castagne prima sconosciuti in Italia e in Europa. Secondo Michele Fabro, ricercatore della stessa Agenzia per lo sviluppo rurale, l’indagine, ancora in corso, sui castagni delle vallate ha già dimostrato che le potenzialità per gli investimenti in questo settore sono molto elevate.
“Siamo particolarmente soddisfatti dei risultati ottenuti con la prima fase della ricerca – ci dice Fabro –, il patrimonio genetico dei castagni tipici della zona è ora salvo: una volta scoperti i genotipi unici, infatti, abbiamo realizzato una serie di innesti degli stessi con le tecniche più all’avanguardia. L’indagine però prosegue e, personalmente, stando ad alcune informazioni già raccolte, mi aspetto di trovare almeno altre quattro specie autoctone non ancora registrate”. Dopo il successo di questa prima ricerca infatti, la Regione ha già rifinanziato il progetto.
Secondo Fabro, però, i risultati non sono utili meramente per fini di “tutela” ma, precisa, “forniscono strumenti molto interessanti per le aziende che intendano investire in questo settore”. L’indagine, che si avvale anche della memoria storica dei (pochi) castanicoltori della zona e della collaborazione “sul campo” della Kmečka zveza, si propone ora anche di individuare gli usi più appropriati per ciascun tipo di frutto autoctono.

L’articolo completo nell’edizione cartacea del Novi Matajur del 4 aprile 2018