Un nuovo impulso per il turismo slow, nasce il ‘Cammino delle 44 chiesette votive’

Dieci tappe per 167 chilometri complessivi su sentieri, strade e carrarecce. Dieci tappe attraverso tutti i comuni delle Valli del Natisone che connettono le 44 caratteristiche chiesette votive delle frazioni. L’itinerario diventa una sorta di pellegrinaggio religioso, naturalistico e culturale, sulla falsa riga dei ‘cammini’ che, in altre parti, stanno avendo un seguito crescente: basti pensare al cammino delle Pievi in Carnia o all’ancora più famoso percorso della Via degli Dei sull’Appenino Tosco-Emiliano tra Bologna e Firenze. Il progetto, nato da un’idea della ProLoco Nediške Doline e realizzato grazie allo studio naturalistico ForEst, è stato presentato, via web, lo scorso 15 aprile.
“Abbiamo pensato di fare del Cammino delle 44 chiesette votive, seguendo l’interesse crescente per questi monumenti, un potenziale volano per il turismo delle Valli del Natisone”, ha spiegato introducendo la serata Nico Sinuello della Pro loco. “Il percorso infatti passa davanti alla porta di diverse realtà produttive del territorio”. L’obiettivo infatti è quello di sfruttare la domanda in forte crescita di turismo slow cui la riscoperta di questi peculiari monumenti religiosi delle frazioni delle valli risponde perfettamente. Hanno poi illustrato nel dettaglio il percorso delle dieci tappe Marco Pascolino e Angelo Sinuello.
Itinerario, ha spiegato Pascolino, che parte da Cividale per motivi logistici, visto che è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici. E che è stato studiato seguendo il criterio, ovviamente, di congiungere le chiesette, di toccare tutti i comuni delle Valli del Natisone, e di offrire, lungo il percorso, punti di ristoro e possibilità di pernottamento. L’obiettivo dunque è far sì che la mobilità lenta sia uno stimolo e un motore per le attività economiche del territorio, diverse delle quali, appunto, sono presenti sull’itinerario.
Angelo Sinuello ha quindi illustrato nel dettaglio le singole tappe del cammino (tutti i tracciati sono consultabili nel dettaglio sul sito www.nediskedoline.it). Realizzato – ha precisato – seguendo, per la segnaletica, le direttive della commissione Giulio Carnica sentieri. E utilizzando come fonte per l’individuazione dei 44 monumenti religiosi la pubblicazione “Chiesette votive da S. Pietro al Natisone a Prepotto” di Tarcisio Venuti. È stato quindi disegnato un percorso che ha una traccia principale di 122 km che diventano 167 con alcune varianti per gli escursionisti più caparbi. Il 50 per cento si snoda sui sentieri, il 29 per cento su strade asfaltate e il 21 per cento su carrarecce. Sfruttando quindi la ricca rete di percorsi già esistenti sul territorio. Il cammino delle 44 chiesette infatti, ha evidenziato Angelo Sinuello, presenta diversi collegamenti con altri percorsi tematici, fra questi l’Alpe Adria trail, il Cammino celeste, il Krivapete trail, fino anche ai sentieri delle rogazioni di San Marco. Le tappe, che hanno una lunghezza compresa fra i 7,5 e i 16,5 km, hanno generalmente una difficoltà facile o media, che diventa difficile solo in alcune varianti, e quindi sono adatte alle esigenze di un pubblico ampio di escursionisti. Già pronto anche il logo del nuovo cammino, realizzato con la collaborazione di Stefania Gentili, su cui compare la denominazione in italiano e sloveno ‘Nediške Doline – Valli del Natisone’.
Nel corso del dibattito, con gli interventi di Massimiliano Miani, presidente del Cai Val Natisone, Antonio Ruocco, presidente della sezione Cai di Cividale, e Pietro Boga, consigliere Cai FVG, è quindi emerso il ruolo fondamentale di Cai e Planinska družina Benečije e di altri privati per la manutenzione dei sentieri cui si spera il Cammino possa dare nuovo impulso.
Diverse le idee per i possibili sviluppi dell’iniziativa, dal riconoscimento per chi affronta tutte le tappe, alla realizzazione di mappe e brochure, agli eventi particolari da connettere con le festività dei patroni delle chiesette. Fino al ‘nodo’ dell’accesso allo spazio interno dei monumenti, oggi oggettivamente complicato, visto che la custodia degli edifici è affidata solo a privati cittadini volontari che, ovviamente, faticano a garantire un accesso continuativo alle strutture.

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