La Cortina di ferro diventa una cintura ecologica di pace

Trasformare quel segno di divisione, lungo 12.500 chilometri e durato 44 anni, che è stata la cortina di ferro in un corridoio ecologico di pace per il futuro. È l’obiettivo della rete European Green Belt che in questi giorni ha portato la sua mostra itinerante al Circolo Potok di Oblizza (Stregna), mostra che sarà visitabile ancora nel prossimo week end, dal 16 al 18 febbraio dalle 18 alle 22.
Francesca Visintin e Giuseppe Oriolo, referenti dell’associazione, hanno illustrato durante l’inaugurazione, lo scorso 8 febbraio, il percorso del progetto EGB e il senso della mostra che con 12 pannelli illustrativi accompagna il visitatore nella storia e nel paesaggio della ex-cortina di ferro.
“L’interesse per queste zone da parte degli ambientalisti – ha spiegato Visintin – risale, nel blocco Occidentale, ai primi anni ’70. Ma il progetto per la conservazione e la valorizzazione di quest’area è nata nei primi anni novanta in Germania. L’obiettivo è da un lato la conservazione e la valorizzazione del patrimonio ambientale, ma anche di quello storico e culturale con un riutilizzo sostenibile di bunker e infrastrutture militari oggi in disuso. Dall’altro, il fine meno semplice da raggiungere, è quello di costruire ponti fra popoli là dove c’erano barriere”.
Orioli ha spiegato poi la complessità del progetto, la difficoltà di mettere insieme territori, anche guardando solo alla nostra regione, che hanno problemi diversissimi fra loro: l’abbandono del territorio nelle vallate del Natisone e del Torre, ad esempio, e l’eccessiva antropizzazione del paesaggio con i vigneti del Collio. “L’idea della mostra – ha precisato – è quella di trasmettere il valore di una barriera che diventa elemento unificante, considerando questa zona non divisa con una parte in Italia e una in Slovenia, ma come un unico contenitore, il che diventa essenziale quando si parla di biodiversità e specie che non conoscono confini amministrativi”.
In conclusione il sindaco Luca Postregna (presente alle cerimonia anche la vicesindaco Caterina Dugaro) ha ricordato come questa iniziativa si coniughi con altri progetti messi in campo dall’amministrazione di Stregna come l’istituzione di un biotopo sui prati stabili che – secondo Postregna – sarebbe di prossima approvazione.
Ha ricordato anche altri progetti virtuosi di collaborazione transfrontaliera come è il GECT di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba.
“Strumenti che – ha chiosato – non siamo ancora stati in grado di mettere in atto nelle valli del Natisone dove paghiamo la nostra debolezza amministrativa”.

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