L’incontro organizzato dal centro culturale Veritas a S. Pietro al Natisone, sabato 5 luglio dal titolo ‘Minoranze linguistiche tra inculturazione della fede ed eredità storica’, è stato in primo luogo un omaggio alla memoria di padre Mario Vit. Era stato l’ultimo progetto a cui il gesuita, direttore del centro Veritas e molto legato alle Valli del Natisone, stava lavorando prima di morire a causa di una malattia, lo scorso dicembre. Lo hanno così ricordato, all’inizio, l’ex sindaco di S. Pietro Tiziano Manzini, il presidente del centro Dario Grison, e Giorgio Banchig, che ha parlato a nome del circolo sloveno don Blanchini che ha collaborato all’iniziativa.
All’incontro, coadiuvato dal direttore del consiglio pastorale foraniale Simone Bordon, è dapprima intervenuto il biblista friulano don Rinaldo Fabris, con una dotta disquisizione che è partita dalla costruzione della Torre di Babele per arrivare alla Pentecoste passando poi al significato della traduzione della Bibbia che, a differenza del Corano, “è sempre stata letta, tradotta e interpretata.” Anche in friulano, nelle ultimi edizioni grazie a pre Placereani e pre Beline, lavori frutto di una commissione della quale era presidente monsignor Marino Qualizza, uno sloveno. Proprio mons. Qualizza è poi intervenuto chiarendo concetti come nazionalità e cittadinanza, spesso ancora ignorati, attraverso la storia. “Qui nella Benecia – ha aggiunto poi entrando nel particolare – abbiamo sempre avuto una mentalità passiva, di obbedienza e timore rispetto a ciò che dicevano l’autorità statale e quella ecclesiastica. Ci sono state certo eccezioni, dapprima mons. Trinko e poi qualche altro parroco”.
Per il sacerdote sloveno, ancora riferendosi al nostro territorio, “la coscienza di noi significa che costituiamo una comunità, e quindi dobbiamo aiutarci, mostrare tra di noi solidarietà.” E ancora: “Stanno proliferando degli improvvisati linguisti che creano mostri culturali, il risultato è la distruzione di ciò che è stato creato in più di mille anni. Con quale patente? Il volontarismo, che non è volontariato, crea confusione: siamo pochi, non dividiamoci.”
Mons. Qualizza ha poi ricordato la figura positiva di mons. Battisti, vescovo di Udine dal 1973 al 2000, infine ha evidenziato cosa resta da fare nelle Valli del Natisone: “Una traduzione della liturgia più curata, meno asfittica, burocratica e generica e più vicina alla gente.”
Minoranze, lingue e fede nel ricordo di padre Mario Vit
