Il governo di Marjan Šarec, insediato lo scorso settembre, deve sostituire già il secondo componente dell’esecutivo. Dopo Marko Bandelli, titolare della delega alle politiche di coesione e di sviluppo, costretto alle dimissioni a novembre, l’esecutivo sloveno perde ora il ministro della cultura Dejan Prešiček che, poco più di una settimana fa, aveva partecipato come oratore principale al tradizionale incontro degli sloveni della provincia di Udine e dell’Alta Valle dell’Isonzo a Tolmino. A scatenare la polemica che ha occupato il dibattito pubblico nella scorsa settimana, il suicidio di un dipendente del ministero della cultura. Dopo questo avvenimento sui media sono rimbalzate le numerose denunce di mobbing (ben 74) dei dipendenti del dicastero della cultura, risalenti però al mandato precedente. Lo stesso Prešiček – assieme al suo segretario di stato Jan Škoberne – è stato accusato da più parti di non avere un rapporto rispettoso nei confronti dei dipendenti che sarebbero stati invece vittime di umiliazioni, pressioni continue e maltrattamenti. Prešiček, incolpato anche di aver anche utilizzato impropriamente l’automobile di servizio, facendo trasportare nove volte i propri strumenti musicali dal ministero al conservatorio dove insegna musica, ha negato di aver mai maltrattato i dipendenti, ma ha deciso alla fine di offrire al premier le proprie dimissioni per non danneggiare il lavoro del ministero stesso e quello di quanti operano nel mondo della cultura, settore a cui proprio nel recente assestamento di bilancio, per la prima volta dal 2012, venivano destinate maggiori risorse. A chiedere con decisione al premier di sostituire il ministro Prešiček, che ha ricevuto però da altre parti anche numerose espressioni di sostegno, è stato anche il sindacato dei dipendenti del ministero, guidato da Gregor Lesjak. Alla fine il premier Šarec ha deciso di accettare le dimissioni di Prešiček ed attende ora dai Socialdemocratici, partner di coalizione, l’indicazione di nuovi candidati per gli incarichi di ministro e segretario di stato. A lasciare il ministero della cultura sarà anche il secondo segretario di stato Vojko Stopar.